In questa sezione vi proponiamo due possibilità di itinerari, fattibili in scooter, che da Positano arrivano a Sorrento.
Positano e Sorrento distano poco più di 17 km. Una distanza facilmente percorribile in scooter. Si prende la SS163 “amalfitana” fino al Piano di Sorrento, poi si percorre un tratto della SS145 fino alla città. Non si tratta di una strada dritta, ci sono molte curve ma il paesaggio, sia sulla costa che all’interno, merita certamente il tour.
La prima alternativa per raggiungere Sorrento da Positano
Una prima alternativa può essere quella di raggiungere Sorrento passando a nord, ovvero oltre Piano di Sorrento proseguire sulla SS145, passare Meta e arrivare a Vico Equense e poi ridiscendere verso Sorrento.
Vico Equense è una località balneare sul Golfo di Napoli ed è famosa anche come centro termale per la presenza di acque sulfuree. Di pregio è la cattedrale trecentesca della Santissima Annunziata, che si staglia su un costone di roccia a strapiombo sul mare, esempio di architettura gotica della costiera. Il paesaggio offre anche la vista del castello Giusso, di epoca medievale, usato sia per scopi militari che come residenza. Interessante è il Museo di Vico, l’Antiquarium Silio Italico, che dagli anni ’60 raccoglie i reperti di una necropoli funeraria, scoperta in quegli anni nei pressi dell’abitato. Oggi Vico è anche famosa per la pizza al metro: qui infatti è nata la pizza lunga fino a due metri, che serve sulla stessa base vari condimenti così da accontentare i desideri di un’intera tavolata senza rimetterci in termini di qualità. Provare per credere!
La seconda alternativa per raggiungere Sorrento da Positano
Una seconda alternativa, invece, può prevedere di proseguire oltre l’abitato di San Pietro e arrivare a Sorrento da sud, seguendo la SS145 “sorrentina” e arrivando a Sant’Agata dei Due Golfi, frazione di Massa Lubrense, che prende il nome dalla posizione tra il Golfo di Napoli e quello di Salerno. Infatti è diventata una famosa località turistica, con i suoi affacci su Capri e sugli isolotti de Li Galli, perfetta per una sosta in un accogliente borgo allegro e colorato.
Verso Sorrento dall’interno
La stagione migliore per fare questi percorsi
La stagione migliore in cui fare questi percorsi è la primavera, poiché le giornate iniziano ad allungarsi, il clima è mite e non c’è la folla che si trova di solito in queste zone d’estate. Inoltre, in questo periodo iniziano le fioriture delle bellissime piante che caratterizzano tutta la Costiera: contesto ideale se si vuole fare sentieri escursionistici anche a piedi.
Sorrento, la terra delle sirene
Cenni storici su Sorrento
Secondo la tradizione, le sue origini vengono attribuite ai Greci, ma i primi abitanti stanziali, con molte probabilità, sono stati prima gli Etruschi e poi i Romani, di cui si trovano tracce nell’impianto della città. Purtroppo si ha poca documentazione storica sulla città di Sorrento: l’invasione dei Saraceni nel 1558 e la distruzione degli archivi della cancelleria angioina degli anni ’40 del Novecento hanno causato la perdita quasi totale delle tracce storiche di questa realtà, lasciando notevoli lacune.
Sappiamo che è stata sede vescovile dal 420 e poi dopo un periodo di autonomia, ha seguito le vicende storiche del Regno di Napoli, finendo sotto il dominio degli Aragonesi. Fu sempre in lotta con Amalfi, Salerno e i Saraceni.
Verso l’inizio del 1700 iniziò un periodo di rinascita culturale, economica e sociale che portò nell’Ottocento l’inserimento della penisola sorrentina all’interno del Grand Tour. E così a Sorrento vennero a soggiornare illustri ospiti come Byron, Dickens, Goethe, Wagner e Nietzsche, per citare solo i più noti. Pian piano prese piede il turismo che, anche oggi, rappresenta il settore portante dell’economia sorrentina, tanto che nel 2018 Sorrento è stata la località più cercata secondo il portale Booking.com.
La leggenda della bella Sirentum
Si racconta che il nome della città derivi da Sirentum, la fanciulla nata dall’unione di Leucosia, sirena figlia di Acheloo, e Mirone, un contadino dell’entroterra. Sirentum era bellissima e con un carattere dolce e amabile: una creatura davvero unica. Si sposò con il principe della famiglia Durazzo, con il quale condivise una grande generosità nei confronti di tutti gli abitanti della città. Con l’invasione dei Saraceni, nel 1558, la bella ragazza fu fatta prigioniera. Furono proprio gli abitanti della cittadina che riuscirono a liberarla, donando tutto quello che avevano pur di riaverla con loro. La leggenda vuole che questa devozione per questa figura straordinaria, tra l’umano e il mitologico, dette l’ispirazione per usare il suo nome per la città.
Storia e mito si intrecciano
Anche la letteratura antica, però, parla di Sorrento come terra delle Sirene: infatti, il poeta greco Omero scelse questa splendida terra come scenario dell’incontro tra Ulisse e le Sirene. Nell’Odissea si legge, infatti, che per resistere al loro canto ed evitare di rovinare le proprie navi sugli scogli, Omero mise della cera nelle orecchie dei marinai e si fece legare all’albero maestro. Le Sirene, fallito il tentativo di incantare il viaggiatore, si gettarono dell’acqua trasformandosi in rocce e dando origine alle tre isole dell’arcipelago de Li Galli, di fronte a Positano.
Il centro storico di Sorrento mostra abbastanza intatto lo stile archit ettonico dei secoli passati, con gli antichi vicoli stretti e le alte cinta murarie a protezione dagli invasori.
Cosa vedere a Sorrento
Le antiche mura di cinta medievali, sono visibili sul versante est della città e sono alte circa 20 metri. Risalgono alla fine del 1500 circa, risultato di un grande intervento che si rese necessario dopo l’invasione dei Saraceni, poiché le precedenti fortificazioni vennero quasi interamente distrutte. Sappiamo che sotto queste mura ne esistevano altre più antiche, come si può vedere in prossimità della porta della Marina Grande.
Interessante è il Sedile Dominova, sull’antico decumano romano, ovvero la sede dell’istituzione nobiliare di età angioina che amministrava la città. L’edificio è una loggia ad arcate chiusa su due lati da balaustre e coronata da una cupola seicentesca in maiolica.
La cattedrale di Sorrento oggi ha uno stile neogotico, ma la sua fondazione risale circa al 1400 su un precedente luogo di culto più volte restaurato.
Il Museo Correale di Terranova si trova nella villa omonima. È un vero e proprio scrigno di raccolte preziose, sia di genere storico ed artistico sia di gioielleria, creata all’inizio del Novecento dai fratelli Correale di Terranova, ultimi discendenti di una nobilissima famiglia locale.
Nel parco alle spalle del palazzo, il belvedere a picco sul mare offre una vista incantevole sul Golfo di Napoli e sulla sottostante Marina Piccola.
La Marina Grande è un piccolo centro ad ovest di Sorrento, caratterizzato dalle tipiche case dei borghi marinari del sud Italia, che si raggiunge facilmente a piedi dalla città. È l’antico porto dei pescatori, è ancora visibile una delle antiche porte di epoca romana che consentivano l’accesso alla città dal mare. Uno dei punti di forza di questa località, che negli anni è diventata turistica e accogliente, è la posizione: da qui, infatti si gode una splendida vista sul Golfo di Napoli, sul Vesuvio e su un caratteristico costone di roccia di tufo, tipico della penisola sorrentina. Questo splendido scenario è stato scelto per il famoso film Pane, amore e… del 1955, con protagonisti Sofia Loren, Vittorio De Sica e Dino Risi, cosa che ha certamente contribuito a far conoscere la zona e a sviluppare le varie attività economiche legate al turismo.
I Bagni della Regina Giovanna
A pochi chilometri dal centro storico (loc. Capo di Sorrento), facilmente raggiungibile a piedi o in scooter, sorge un’area archeologica molto particolare, uno dei posti più incantevoli e misteriosi della penisola sorrentina. Deve il nome alla regina Giovanna d’Angiò, che, a cavallo tra Tre e Quattrocento, era solita venire a nuotare in questa piccola baia, racchiusa tra le spiaggia rocciosa e le scogliere. Un arco naturale in pietra divide la baia dal mare. A pochi passi da qui, si trovano i resti della villa romana di Pollio Felice, risalente al I secolo a. C. e a picco sul mare. Da qui, al tramonto, si gode di una vista spettacolare sul Golfo di Napoli.
Curiosità: 4 cose interessanti
La Sorrento australiana
Forse non tutti sanno che esiste una Sorrento anche in Australia, nello Stato di Victoria, sulla penisola a 90 km a sud di Melbourne. I primi insediamenti degli europei qui risalgono ai primi dell’Ottocento, ma poi il territorio venne abbandonato per la mancanza di acqua dolce. Venne poi ripopolato, e prese intenzionalmente il nome di Sorrento, probabilmente per volontà di illustri personaggi che avevano fatto il Grand Tour in Italia. È una località balneare che si affaccia sulla baia di Port Phillip, caratterizzata da spiagge bellissime di sabbia e roccia, dove la natura è ancora protagonista.
I falchi
Pochi forse sanno che nella penisola sorrentina è possibile avvistare diverse specie di falco. Ci sono il Falco Pellegrino e il Gheppio, che depongono le uova nelle cavità rocciose o sulle terrazze naturali e riescono ad allevare due o tre piccoli alla volta. Questo è possibile grazie ad un’ottima qualità dell’aria, poco inquinata, e un bassissimo uso di pesticidi e di altre sostanze chimiche nei terreni. Per gli appassionati non sarà difficile, dunque, avvistare i falchi in volo o picchiata sulle loro prede.
Torquato Tasso e Sorrento
Sorrento è nota in letteratura per aver dato, nel 1544, i natali al celebre poeta Torquato Tasso, autore della Gerusalemme Liberata. Torquato era figlio di Bernardo, letterato e cortigiano al servizio del principe di Salerno. Quando il principe si oppose all’Inquisizione (1542) venne bandito dal Regno e i Tasso lo seguirono. Fu così che il giovane poeta, all’epoca bambino, dovette lasciare la sua terra, della quale però mantenne sempre un ricordo bellissimo e indelebile, come si legge nelle lettere alla sorella e nella Gerusalemme Liberata. Tasso non ebbe una vita facile (soffriva di depressione e si ammalava spesso) e nemmeno stanziale: viaggiò molto, frequentò varie corti italiane e conobbe molti personaggi illustri del suo tempo, ma sempre sperò di fare ritorno nella sua Sorrento:
“Acciocch’io possa venire, non dirò a godere, ma respirare in cotesto cielo, sotto il quale sono nato: a rallegrarmi con la vista del mare e dei giardini…” questo scriveva alla sorella nel 1587.
La sua città gli ha dedicato una statua nella piazza principale.
Come non ricordare Lucio Dalla, che nel 1980 proprio a Sorrento compose il suo straordinario successo Caruso. Successe che nel 1980, Dalla si trovò per caso a soggiornare all’Hotel Excelsior Vittoria di Sorrento nella stessa suite che aveva ospitato il celebre tenore Enrico Caruso nel 1921, pochi giorni prima della morte. E proprio sulla “terrazza davanti al Golfo di Surriento” gli venne in mente il testo della canzone che divenne subito molto famosa in tutto il mondo.
Lucio Dalla