Alla scoperta dei sentieri più noti nei magnifici paesaggi della costiera amalfitana: le più interessanti escursioni e passeggiate nell’entroterra sorrentino.
In questo articolo vogliamo dare qualche idea per gli appassionati di trekking: scopriremo i percorsi più interessanti che uniscono l’esplorazione della natura alla cultura locale, che passano per gli antichi borghi dell’entroterra e si affacciano sugli splendidi paesaggi della costiera amalfitana.
Dal Sentiero degli Dei al Fiordo di Furore, dalla Valle delle Ferriere al Monte dell’Avvocata, cercheremo di illustrare alcune delle meraviglie che questa terra offre e dare informazioni utili a chi vuole avventurarsi alla scoperta di questi posti incantevoli.
1. Il sentiero degli Dei: una passeggiata paradisiaca
Un nome così fa pensare subito a straordinari paesaggi, quasi divini, su una delle coste più belle e famose del mondo. L’appellativo del sentiero sembra derivare, infatti, dalla leggenda secondo cui le divinità greche percorsero questa strada per salvare Ulisse dalle sirene che si trovavano di fronte a Positano sull’isola de Li Galli.
Il Sentiero degli Dei collega Agerola, un paesino sopra la nota Praiano sulle colline della Costiera Amalfitana, a Nocelle, una frazione di Positano alle pendici del Monte Pertuso e offre una favolosa vista sulla costa fino a Capri.
Il percorso è lungo 8 km ed è di difficoltà media.
Tra storia e leggenda
Questa antica strada di montagna è stata per molti secoli l’unica via di collegamento tra i vari borghi della Costiera per i traffici commerciali, fino a quando i Borbone realizzarono l’attuale strada statale 163. Da allora, fu usata come mulattiera e, negli ultimi anni, è stato riscoperta e adeguata a sentiero escursionistico.
Diverse testimonianze storiche ci dicono che questi luoghi sono stati conosciuti ed ammirati da alcuni dei più famosi viaggiatori del Grand Tour, tra cui Goethe, Wagner ed altri ancora che hanno decantato le bellezze paesaggistiche nelle opere che ci hanno lasciato.
Nel corso dei secoli, tante leggende e tradizioni locali si sono tramandate lungo questo particolare percorso, contribuendo ad aumentarne il fascino presso i turisti. Ad esempio, curiosa è la storia della scrofa che viveva negli anfratti lungo la strada con i suoi sei cuccioli, e che nelle notti di luna piena si trasformava in un essere satanico, spaventando i malcapitati. Si narra anche che in questi luoghi vivevano i Fatati, una specie di maghi o taumaturghi con delle capacità soprannaturali, che prendevano nota dei lieti eventi o scrivevano i presagi oscuri.
La strada e i paesaggi del Sentiero degli Dei
Si parte da Bomerano di Agerola o da Praiano e si percorre in direzione Nocelle-Positano oppure si fa il percorso inverso. Il sentiero è ben segnalato da cartelli rossi e bianchi con la scritta 02.
Ci sono degli autobus che riportano indietro i turisti in entrambe le direzioni.
Durante la passeggiata il paesaggio cambia: una vegetazione fatta di pochi arbusti ed erba, dove si incontrano spesso pecore e capre al pascolo, muta velocemente in macchia mediterranea con prevalenza di lecci e molte erbe aromatiche. Si trovano anche molti vigneti, con la famosa vite rosa, una varietà di antichissime origini e assai rara detta Pede. Lungo il percorso sono anche spesso visibili ruderi di case antiche. Vi sono punti tortuosi, che alternano salite e discese e panorami da vertigine, a volte anche con gole e precipizi.
Prima di mettersi in cammino: informazioni utili
Il Sentiero degli Dei è un percorso di montagna, quindi è sempre aperto e gratuito.
Non è adatto ai bambini piccoli poiché ci sono tratti senza protezioni ed essendo un sentiero non è possibile usare il passeggino. Ricordiamo anche che il percorso è sconsigliato a chi soffre di vertigini perché ci sono tratti in cui si arriva a 1000 metri di altezza.
2. Valle delle Ferriere
Un percorso immerso nel verde
Questo percorso si trova nel Comune di Scala (in provincia di Salerno, vicina alla più famosa Ravello), in un ampio vallone tra Amalfi e Agerola.
Si tratta di una riserva naturale protetta, di grande interesse del punto di vista botanico poiché al suo interno sopravvive una felce arborea risalente al periodo delle glaciazioni. Il suo terreno è caratterizzato dalla presenza di varie sorgenti d’acqua e, con le umide brezze marine del Mar Tirreno, riesce a mantenere un microclima subtropicale che tiene in vita specie vegetali molto antiche. Anche la fauna è molto ricca: si possono osservare molti insetti particolari, uccelli come il falco pellegrino e il picchio rosso e vari rettili, tra cui la salamandra dagli occhiali.
Il suo nome deriva dalla presenza di rovine di antiche fabbriche per la lavorazione del ferro, che arrivava dall’Isola d’Elba, dalla Puglia e dalla Calabria quando Amalfi era una Repubblica Marinara. Pare che si realizzassero soprattutto chiodi per le imbarcazioni.
Il percorso è semplice, dura circa 3 ore e si sviluppa tra boschi, ruscelli e cascate lungo il Rio Canneto, che un tempo portava acqua agli antichi mulini per la produzione della carta.
Si può scegliere se partire dal borgo Campidoglio (nella parte più alta di Scala) e seguire il sentiero che attraversa i boschi e porta ad Amalfi, o viceversa, partire dal centro di Amalfi, proseguire per via Paradiso finché la strada non diventa uno stretto sentiero di montagna.
Un tratto solo per esperti
Si può fare una piccola deviazione al percorso principale prima di arrivare ad Amalfi, ma è piuttosto impegnativa (ed è da evitare se non siete allenati), poiché si deve attraversare il torrente su dei tronchi d’albero, per arrivare alla parte recintata della riserva, dove si trovano le cascate.
3. Da Agerola al Fiordo di Furore, un caratteristico paesaggio selvaggio
Si parte da Bomerano (Agerola) lungo il sentiero 12 e si prende la scalinata che scende, passando dalla località Le Porpore, fino alla spiaggia Marina di Furore.
L’ideale per chi ha voglia di immergersi in uno scenario molto suggestivo, immerso nella natura e che ispira pace.
Il Fiordo di Furore è particolarmente suggestivo poiché il paesaggio che si offre alla vista è costituito da una profonda spaccatura nella roccia ed è attraversato dal torrente Schiato.
Il nome particolare evoca qualcosa di spaventoso: una leggenda racconta che il diavolo si sia presentato qui in persona e non sia stato gradito e scacciato dagli abitanti. Nell’andare via, arrabbiatissimo, sbattè i piedi lasciando un segno profondo nella roccia. Gli storici fanno derivare il nome di questa zona al rumore delle onde che si infrangono sulle rocce.
Il cammino dura circa 1 ora ed è lungo circa 1,5 km. Dal ponte sulla statale amalfitana si scende lungo un percorso sulla roccia che arriva ad una piccola, ma incantevole, spiaggia.
Qualche curiosità sul Fiordo di Furore
Il Fiordo, dal caratteristico paesaggio selvaggio, è stato scelto come set per molti film: registi del calibro di Fellini e Rossellini lo hanno immortalato nelle loro pellicole e lo hanno reso famoso agli amanti del cinema.
È conosciuto anche perché in estate diventa location di una gara internazionale di tuffi, con il salto dal ponte da un’altezza di 28 metri.
Il borgo alto, chiamato anche il paese che non c’è, è costituito alcune case che spuntano dalle rocce e che completano il paesaggio circostante altrettanto particolare, fatto di vitigni a terrazze e coltivazioni di limoni.
4. La Valle dei Briganti: da Agerola a Bomerano
Questo sentiero attraversa i luoghi dove un tempo si nascondevano i briganti: ancor oggi i più anziani abitanti di questa zona rammentano storie suggestive legate all’età del brigantaggio, che si protrasse sino all’Ottocento. Perfino Boccaccio nel Decamerone racconta di Ruggiero di Agerola, un brigante che stava in questi boschi e nelle grotte nascoste e faceva improvvise incursioni agli avventurieri.
Il percorso dura circa 3 ore, ha un dislivello di 500 metri (sia in salita che in discesa).
Partendo dalla piazza di Bomerano si attraversa la località di Pendola, lungo un sentiero usato sin dall’antichità, prendendo poi la via per Paipo. Si ammirano, durante il cammino, i terrazzamenti e le loro coltivazioni e poi i boschi di castagni e ontani.
5. Il Monte dell’Avvocata: verso il Santuario sulle orme dei pellegrini
Questo percorso si snoda dal borgo di Maiori fino alla antica Badia dei Benedettini della SS. Trinità di Cava dei Tirreni, attraversando i Monti Lattari (o viceversa).
È un percorso che unisce i panorami spettacolari e unici sul Golfo di Salerno e sulla Costiera Amalfitana alla ricerca di spiritualità, poiché si passa, appunto, dal Santuario mariano.
Il percorso completo è lungo circa 16 km e ha una durata di circa 3 ore.
Dalla scalinata di via Casale Alto a Maiori si raggiunge la cosiddetta Acqua del Castagno, una sorgente di acqua fresca: consigliamo di farne scorta prima di proseguire il cammino.
Il Santuario, composto da convento, chiesa e casa del custode, più una cinta muraria, si trova sul Monte Falerzio, a picco sul mare e risale al 1485, quando, secondo la leggenda, la Madonna apparve ad un pastore e gli disse di costruire il Santuario. Il panorama è eccezionale, caratterizzato dalla ricchissima vegetazione della macchia mediterranea e da specie animali particolari, come il falco pellegrino.
La Festa della Madonna dell’Avvocata si svolge il lunedì di Pentecoste e coinvolge ancora oggi molte persone da tutta la Campania. Consiste in un pellegrinaggio al Santuario nella notte o alle prime luci dell’alba, al ritmo delle tammorre (tipici tamburelli della zona) e continua poi durante tutta la giornata.
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